Come i fondi comuni tradizionali, gli ETF consentono d'investire in un portafoglio di titoli azionari od obbligazionari.
Come per i fondi comuni, le singole quote degli ETF rappresentano un interesse indiviso sugli attivi sottostanti. Inoltre gli ETF e i fondi comuni sono gestiti da professionisti, per cui non è necessario tenere sotto controllo i singoli titoli posseduti. Tuttavia gli ETF si differenziano dai fondi comuni per il fatto che possono essere negoziati durante l'intera giornata in borsa ad un prezzo stabilito dal mercato.
La maggior parte degli ETF è di tipo indicizzato. Gli ETF sono strutturati affinché il loro valore si muova in linea con gli indici che intendono replicare. Ad esempio un aumento o un calo del 2% di un indice dovrebbe comportare all'incirca lo stesso aumento o lo stesso calo per gli ETF che replicano l'indice (al lordo di commissioni e spese).
Gli ETF vengono negoziati durante l'intera giornata in borsa ai prezzi stabiliti dal mercato, esattamente come i titoli individuali.
Le quote dei fondi comuni invece vengono acquistate e vendute tramite la società che gestisce il fondo al NAV al termine delle singole giornate di negoziazione.
Anche se vengono negoziati come i titoli individuali, gli ETF – come i fondi comuni – sono investimenti aperti, il che significa che nuove quote possono essere create e quote esistenti rimborsate quotidianamente, sulla base della domanda degli investitori, mentre i fondi chiusi e i titoli individuali in genere emettono un numero fisso di quote.
Mentre un investitore può acquistare e rimborsare quote dei fondi comuni direttamente con la società di gestione del fondo o con un distributore, solo i partecipanti autorizzati possono interagire direttamente con i fornitori degli ETF per crearne e rimborsarne le quote. Inoltre, mentre in genere chi investe in fondi comuni scambia contante con quote dei fondi, i partecipanti autorizzati scambiano di solito i titoli sottostanti per le quote ETF. Le quote ETF create dai partecipanti autorizzati vengono quindi negoziate dagli investitori in borsa.
Gli ETF presentano diversi vantaggi potenziali, come costi contenuti, liquidità, diversificazione etc.
Costi contenuti
In generale gli ETF sono contraddistinti da spese correnti e total expense ratio (OCF/TER) inferiori rispetto ai fondi comuni, e quelli indicizzati da costi inferiori di quelli a gestione attiva. Minori costi significano maggiori rendimenti per gli investitori. Tuttavia, in sede di negoziazione gli investitori devono sostenere ulteriori costi di transazione, ad esempio le commissioni degli intermediari, per cui devono sempre tenere in considerazione il costo complessivo dell'investimento.
Liquidità
Gli ETF vengono negoziati in borsa, per cui possono essere acquistati e venduti durante l'orario di apertura delle borse, anche quando il mercato sottostante è chiuso. Ad esempio un investitore europeo può acquistare un ETF azionario giapponese negli orari di negoziazione europei, quando il mercato giapponese è chiuso.
Diversificazione
Gli ETF che replicano un indice possono contenere centinaia o addirittura migliaia di titoli, più di tanti fondi a gestione attiva e molti di più dei tipici portafogli di singoli titoli. L'ampia diversificazione può contribuire a compensare i rischi associati a singoli titoli e singoli segmenti di mercato.
Trasparenza
Gli ETF forniscono regolarmente informazioni completamente trasparenti per quanto riguarda i costituenti, la performance rispetto al benchmark ed i costi.
Tutti gli investimenti sono soggetti a rischi, compresa la perdita del capitale.
Anche investire in ETF comporta dei rischi, tra cui quelli associati alla volatilità dei mercati e agli eventi imprevisti.
La diversificazione non garantisce un utile né protegge l'investitore dalle perdite quando i mercati sono in recessione.
La performance di un indice non è rappresentativa di alcun investimento specifico, dal momento che non è possibile investire direttamente in un indice.
La stragrande maggioranza degli ETF domiciliati in Europa viene organizzata e regolamentata sotto forma di società d'investimento registrate ai sensi della direttiva sugli Organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM)1.
Si tratta dello stesso regime normativo che disciplina i fondi comuni d'investimento OICVM domiciliati nell'Unione Europea.
Tutti gli investimenti comportano dei rischi, ma questa tipologia offre diversi livelli di protezione degli investitori, tra cui la garanzia di liquidità degli investimenti sottostanti, la diversificazione dei portafogli, la separazione degli attivi e la loro detenzione da parte di un depositario.
1 Direttiva del Consiglio Europeo del 13 luglio 2009 (2009/65/CE) concernente il coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative in materia di taluni organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari.
Il primo ETF in assoluto è stato creato in Canada nel 1990 ed ha cambiato il panorama degli investimenti, offrendo i vantaggi dell'investimento collettivo e della flessibilità di trading.
Agli inizi gli ETF venivano utilizzati soprattutto dagli investitori istituzionali per attuare sofisticate strategie di trading. Ma non ci è voluto molto perché anche i singoli investitori e i consulenti finanziari scoprissero gli ETF. Da quando sono stati introdotti, gli ETF sono cresciuti sino a diventare uno dei prodotti più diffusi nel settore globale degli investimenti. Attualmente il patrimonio totale degli ETF a livello globale supera i 4800 miliardi di dollari USA, investiti in oltre 7600 tra ETF ed ETP.1
1990
Viene lanciato in Canada il primo ETF in assoluto.
1993
Viene lanciato il primo ETF negli Stati Uniti.
2000
Vengono lanciati i primi ETF europei in Germania e nel Regno Unito.
2009
Il patrimonio globale degli ETF raggiunge 1000 miliardi di USD.2
2018
Il patrimonio totale degli ETF a livello globale supera i 4000 miliardi di USD, investiti in oltre 7000 tra ETF ed ETP.1
1 Fonte: ETFGI al 30 dicembre 2018.
2 Fonte: ETFGI al 31 dicembre 2009.
Nota: Gli attivi e i dati sul prodotto degli ETF comprendono i fondi e i prodotti negoziati in borsa (Exchange-Traded Products, ETP).
Gli ETF e i fondi comuni hanno la stessa finalità generale.
Si tratta di strumenti che offrono esposizione a determinati mercati o segmenti di mercato. Non sorprende, pertanto, che le somiglianze tra loro siano molte di più che le differenze.
Diversificazione
Mettendo assieme il denaro di più investitori, gli ETF e i fondi comuni consentono un maggior potere d'acquisto e possono acquistare numerosi titoli in grandi quantità. Ne deriva una diversificazione maggiore di quella che un investitore può ottenere acquistando singoli titoli azionari ed obbligazionari. Gli ETF, come i fondi comuni, possono inoltre offrire un'esposizione diversificata a diversi segmenti del mercato.
Regolamentazione
La stragrande maggioranza degli ETF domiciliati in Europa viene organizzata e regolamentata come società d'investimento registrate ai sensi della direttiva sugli Organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM)1. Si tratta dello stesso regime normativo che disciplina i fondi comuni d'investimento OICVM domiciliati nell'Unione Europea.
Trasparenza
Rispetto ai fondi a gestione attiva, gli ETF indicizzati ed i fondi comuni indicizzati sono estremamente trasparenti. Gli investitori in genere sanno quali sono le partecipazioni ed in quali proporzioni, sulla base dell'indice di riferimento, soprattutto quando viene utilizzata una strategia di replicazione completa dell'indice.
Flessibilità di trading
Gli ordini d'acquisto o di vendita di quote ETF vengono eseguiti per l'intero giorno di trading ai prezzi determinati dal mercato, che variano continuamente. Gli ETF possono anche essere negoziati al valore patrimoniale netto calcolato del giorno. Invece le quote dei fondi comuni possono essere acquistate e rimborsate solo al NAV, che viene fissato una volta al giorno. Di solito si tratta del prezzo a fine giornata del rispettivo mercato.
Costi
Gli ETF e i fondi comuni addebitano un total expense ratio (TER) (detto anche spese correnti o OCF), che copre sostanzialmente i costi di gestione correnti. Ma poiché vengono negoziati in borsa, gli ETF presentano anche costi specifici che non gravano invece sui fondi comuni, come le commissioni d'intermediazione e gli spread bid-ask.
1 Direttiva del Consiglio Europeo del 13 luglio 2009 (2009/65/CE) concernente il coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative in materia di taluni organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari.
ETF | Fondi comuni d'investimento | |
Accesso | Quote acquistate e vendute in borsa o fuori borsa tramite un intermediario, una piattaforma che offre servizi d'intermediazione o un market maker. | Quote acquistate e vendute direttamente tramite la società del fondo o un distributore. |
Prezzi | Prezzi delle quote stabiliti dal mercato durante l'intero giorno di trading; valore patrimoniale netto basato sui prezzi di chiusura ufficiali. | Valore patrimoniale netto stabilito una volta al giorno sulla base dei prezzi di chiusura ufficiali dopo la chiusura dei mercati finanziari. |
Dimensione minima di negoziazione | Una quota | Frazioni |
Costi di transazione | Commissioni d'intermediazione e spread bid-ask su ogni acquisto e vendita diretti. | Commissioni di vendita (per la maggior parte dei fondi), commissioni di sottoscrizione e rimborso o oscillazione dei prezzi. |
Gli ETF possono essere utilizzati per attuare diverse strategie d'investimento a breve e lungo termine.
Alcuni usi degli ETF sono strategici, come l'asset allocation, mentre altri sono tattici. Se ha senso o meno utilizzare ETF in una determinata strategia dipende da numerosi fattori, tra i quali l'importo da investire, il periodo di detenzione, i costi di negoziazione, la disponibilità al rischio etc..
Di seguito riportiamo alcuni dei metodi più comuni per utilizzare gli ETF nei portafogli:
Nucleo centrale del portafoglio
Accesso rapido, preciso e con un valido rapporto costi-benefìci ad un'ampia varietà di classi e sottoclassi di attivi.
Completamento del portafoglio
Completare la diversificazione del portafoglio riducendo al minimo il rischio benchmark con l'esposizione pura e semplice ad aree specifiche del mercato come fattori o stili.
Combinazione fondi a gestione attiva e passiva
Combinare ETF indicizzati e fondi a gestione attiva a costi bassi per diversificare il portafoglio e ottenere una sovraperformance.
Gestione della liquidità
Investire a breve sul mercato, raffinando al tempo stesso una filosofia d'investimento a lungo termine.
Gestione della transizione
Ottenere rapidamente l'esposizione al mercato mentre si cercano nuovi gestori degli investimenti.
Ribilanciamento
Gestire il rischio del portafoglio o l'orientamento del beta tra i cicli di ribilanciamento.
Adeguamenti tattici
Sovraponderare o sottoponderare determinati paesi, regioni o classi di attivi.
Gestione delle sovrapposizioni (detta anche liquidity sleeve)
Utilizzare un portafoglio di ETF per ottenere un'esposizione simile all'asset allocation strategica, ma con ulteriore liquidità.
Come avviene per i fondi comuni, gli ETF addebitano i total expense ratio (TER) complessivi per coprire i costi di gestione correnti.
Ma vi sono anche altri costi che i fondi comuni non hanno.
Gli ETF addebitano delle commissioni per coprire i costi di gestione correnti, tra cui servizi di consulenza, amministrazione e conservazione della documentazione. Questi costi sono espressi sotto forma di percentuale degli asset del fondo e vengono comunemente indicati come total expense ratio (TER) o ongoing charges figure (OCF).
Gli ETF hanno TER/OCF tendenzialmente inferiori rispetto ai fondi comuni. Ciò è dovuto in larga misura al fatto che i fondi comuni sono per la maggior parte a gestione attiva e addebitano TER/OCF più elevati rispetto agli ETF indicizzati. Dato che la stragrande maggioranza degli ETF è costituita da fondi indicizzati, i loro TER/OCF sono mediamente inferiori rispetto ai fondi comuni tradizionali.
Quando si acquistano o si vendono in borsa quote di ETF c'è una differenza tra il prezzo che un intermediario è disposto a pagare per la quota di un ETF (il prezzo bid) ed il prezzo leggermente più elevato che è disposto ad accettare per vendere la quota (il prezzo ask). Di conseguenza, di solito gli investitori acquistano quote di ETF ad un prezzo leggermente al di sopra di quello del mercato e le vendono ad un prezzo leggermente più basso.
La differenza bid-ask è in genere minore per gli ETF oggetto di forti scambi o che detengono titoli ad elevata liquidità.
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