Dopo anni di rendimenti superiori al 20% annuo per l’azionario americano, alcuni investitori hanno cominciato a chiedersi se sia ancora opportuno investire in obbligazioni1. Secondo noi, detenere il comparto obbligazionario in portafoglio offre vantaggi e, alla luce dell’attuale contesto di mercato, potrebbero esserci giustificati motivi di ottimismo per chi investe in questa classe di attivo.
I mercati azionari hanno registrato performance straordinarie negli ultimi tempi. Tuttavia i prezzi dei titoli, in particolare dei tecnologici americani, riflettono scenari ideali, in altre parole hanno poco spazio per assorbire eventuali sorprese che offuschino le attuali prospettive ottimiste. Visti i recenti annunci sul versante delle politiche americane e le giravolte che alcuni di essi hanno provocato sui mercati, l’accentuata volatilità potrebbe diventare una costante nel 2025.
A fine gennaio abbiamo avuto un assaggio della velocità con cui sviluppi inattesi possono innescare volatilità sui mercati azionari. L’annuncio da parte della società cinese DeepSeek della sua nuova soluzione nel campo dell’intelligenza artificiale ha provocato un crollo dei titoli delle società tech americane concorrenti. Successivamente, a febbraio, le prospettive di nuovi dazi degli Stati Uniti e dei suoi partner commerciali hanno creato turbolenza sui mercati. Siccome i negoziati sui dazi sono in corso persistono interrogativi di cui ancora non si conosce la risposta.
In questo contesto contrassegnato da episodi di volatilità e da timori di flessioni dei mercati, esposizioni obbligazionarie ad ampia diversificazione rappresentano uno degli strumenti più efficaci per mettere al riparo i portafogli e mitigare il rischio di ribassi.
Nello scenario di accresciuta volatilità, è importante ricordare il ruolo che le obbligazioni rivestono all’interno dei portafogli. L’obbligazionario globale con copertura valutaria in particolare può fornirne un’utile illustrazione.
Le esposizioni obbligazionarie in generale registrano minore volatilità rispetto a quelle azionarie. L’obbligazionario globale con copertura del rischio di cambio si distingue in modo particolare su questo fronte: ad esempio negli ultimi 20 anni la sua volatilità è stata intorno al 3% annuo, in netto contrasto con il dato di oltre il 16% di volatilità dell’azionario e degli alternativi, come illustra la tabella successiva.
La minore volatilità è un aspetto importante viste le sue implicazioni in termini di protezione dai ribassi. L’azionario ha messo a segno rendimenti assoluti superiori a quelli dell’obbligazionario negli ultimi anni ma molto più marcata è la differenza fra le due classi di attivo in termini di resistenza nei ribassi. Ad esempio negli ultimi 20 anni i ribassi per l’azionario americano e quello globale sono stati pari rispettivamente a ben -55% e -58%, mentre il massimo ribasso per l’obbligazionario globale con copertura valutaria è stato del -12%.
Obbligazionario globale con copertura valutaria: un ammortizzatore per tutte le stagioni
Classi di attivo in ordine di volatilità, dal 31 maggio 2004 al 31 dicembre 2024
La performance passata non è un indicatore affidabile di risultati futuri. La performance di un indice non è la rappresentazione esatta di un investimento specifico in quanto non è possibile investire direttamente in un indice.
Fonte: Bloomberg, Vanguard. Dati in USD e riferiti al periodo dal 31 maggio 2004 al 31 dicembre 20242. L’annualizzazione è basata sui rendimenti settimanali. Lo Sharpe ratio assume un rendimento risk-free zero.
Per gli investitori che ricercano modalità per ridurre il rischio di ribasso, le proprietà di ammortizzazione offerte dall’obbligazionario globale con copertura valutaria possono essere interessanti. In termini di rendimento corretto per il rischio l’obbligazionario globale con copertura valutaria ha infatti battuto gran parte delle altre classi di attivo, eccetto l’obbligazionario con duration breve, nei trascorsi 20 anni3.
Oltre a fungere da ancoraggio per i portafogli, le nostre analisi indicano che l’obbligazionario gode di prospettive favorevoli. Come abbiamo illustrato nel nostro outlook economico e di mercato per il 2025, crediamo che il contesto di tassi più alti sia destinato a perdurare e pertanto prevediamo per l’obbligazionario rendimenti a lungo termine più prossimi ai livelli osservati nei primi anni del 2000. In tale scenario è probabile che i rendimenti obbligazionari derivino più dalle cedole consistenti reinvestite a tassi più alti che dagli incrementi dei prezzi dei titoli.
Alcuni pensano che i gestori di portafogli indicizzati si limitino a impostare la strategia, ma non è così.
In realtà, gestire fondi indicizzati ed ETF obbligazionari richiede competenze d’alto livello. Una chiara illustrazione delle capacità che servono e che svolgono un ruolo importante nel mantenere i costi bassi per gli investitori è fornita dalle tecniche di campionamento che alcuni gestori di portafogli indicizzati impiegano. Per il gestore di un fondo che replica un indice, detenere tutti i titoli che compongono un benchmark obbligazionario spesso è impossibile, impraticabile o è un approccio inefficace in termini di costi. Attraverso il campionamento, i gestori di portafoglio mirano a ottenere esposizioni che rispecchiano le caratteristiche e la performance dell’indice benchmark senza incorrere in inutili costi di transazione che possono erodere i risultati di lungo termine.
Per gli ETF, l’obiettivo principale è replicare la performance del benchmark con il minore tracking error possibile.
L’universo obbligazionario globale comprende decine di migliaia di singoli titoli e offre un esempio calzante. Quando i gestori di portafoglio Vanguard puntano a replicare il Bloomberg Global Aggregate Float Adjusted and Scaled Index, includono in portafoglio circa un terzo degli oltre 30.000 titoli che compongono l’indice4. Anche se il Vanguard Global Aggregate Bond UCITS ETF detiene solo un terzo dei titoli del benchmark, questi titoli rappresentano quasi due terzi di quell’universo in termini di capitalizzazione di mercato.
Come illustra il grafico successivo i gestori di portafoglio sono capaci di replicare fedelmente i pesi dell’indice sottostante pur detenendo solo una porzione dei titoli che compongono quell’indice. Lo fanno focalizzandosi su specifiche emissioni dopo averne valutato caratteristiche quali la liquidità, la qualità creditizia, la scadenza e altri importanti fattori, riducendo al minimo i costi di transazione. Queste tecniche di campionamento fungono anche da strumento di gestione della liquidità che è di vitale importanza in periodi di turbolenze sui mercati.
Campionamento dell’indice: uno strumento efficiente di gestione della liquidità
Pesi del fondo e dell’indice per categoria
Fonte: Bloomberg, al 30 dicembre 2024. I dati sono derivati dai componenti di Vanguard Global Aggregate Bond UCITS ETF e del Bloomberg Global Aggregate Float Adjusted and Scaled Index.
Anche quando un fondo comprende un numero di titoli molto inferiore a quello dell’indice, i gestori possono rifletterne fedelmente le caratteristiche di rischio fondamentali come duration, rischio di credito e rendimento per replicarne la performance. Per gli ETF che investono in obbligazionario aggregato globale, i nostri gestori hanno mantenuto costantemente il tracking error a livelli contenuti nei diversi contesti e cicli di mercato, per ulteriori informazioni visitare la pagina i nostri prodotti.
Per gli investitori interessati ad approfondire l’argomento, la nostra pagina dedicata agli ETF contiene informazioni sulla nostra offerta, compresi i prodotti obbligazionari. Per maggiori informazioni sul quadro macroeconomico, il nostro outlook economico e di mercato per il 2025 illustra i motivi per cui il perdurare di tassi d’interesse reali più alti (epoca di solido valore del denaro) getta solide basi per i rendimenti obbligazionari futuri.
La nostra analisi offre inoltre un quadro completo dei vantaggi che un’esposizione obbligazionaria globale con copertura valutaria può offrire all’interno dei portafogli d’investimento.
1 Il rendimento dell’S&P 500 è stato pari al 25,7% nel 2023 e al 24,5% nel 2024. Fonte: Vanguard. Dati al 31 dicembre 2024, rendimento totale netto in USD. La performance passata non è un indicatore affidabile di risultati futuri. La performance di un indice non è la rappresentazione esatta di un investimento specifico in quanto non è possibile investire direttamente in un indice. La performance dell’indice comprende il reinvestimento delle distribuzioni e dei dividendi ma non riflette la deduzione di commissioni o spese che avrebbero ridotto i rendimenti totali.
2 Benchmark e indici impiegati: per l’azionario americano, l’indice S&P 500 Net Total Return; per l’azionario del Regno Unito, il FTSE All Share Net Total Return Index; per l’azionario dei mercati sviluppati, l’MSCI World Net Total Return Index; per l’azionario globale all cap l’indice MSCI ACWI IMI Net Total Return Index; per l’azionario europeo, l’MSCI Europe Net Total Return Index; per l’azionario dell’Area Euro, l’MSCI EMU Net Total Return Index; per l’azionario dei mercati sviluppati dell’Asia Pacifico (Giappone escluso), l’MSCI Pacific ex Japan Net Total Return Index; per l’azionario giapponese, l’MSCI Japan Net Total Return Index; per l’azionario dei mercati emergenti, l’MSCI Emerging Net Total Return Index; per l’azionario globale, l’MSCI ACWI Net Total Return Index; per l’azionario small cap dei mercati sviluppati, l’MSCI World Small Cap Net Total Return Index; per l’obbligazionario aggregato globale, il Bloomberg Global-Aggregate Total Return Index Unhedged USD; per l’obbligazionario aggregato americano, il Bloomberg US Aggregate Total Return Index Unhedged USD; per l’obbligazionario americano a duration breve, il Bloomberg US Aggregate 1-3 Year Total Return Index Unhedged USD; per l’obbligazionario americano a duration lunga, il Bloomberg US Aggregate 7-10 Year Total Return Index Unhedged USD; per l’obbligazionario governativo americano, il Bloomberg US Treasury Total Return Unhedged USD; per l’obbligazionario governativo americano indicizzato all’inflazione, il Bloomberg US Government Inflation-Linked All Maturities Total Return Index Unhedged USD; per l’obbligazionario societario americano, il Bloomberg US Corporate Total Return Index Unhedged USD; per l’obbligazionario globale a duration breve con copertura valutaria, il Bloomberg Global Aggregate 1-3 Year Total Return Index Hedged USD; per l’obbligazionario globale a duration lunga con copertura valutaria, il Bloomberg Global Aggregate 7-10 Year Total Return Index Hedged USD; per l’obbligazionario governativo globale con copertura valutaria, il Bloomberg Global Aggregate Treasuries Total Return Index Hedged USD; per l’obbligazionario governativo globale indicizzato all’inflazione con copertura valutaria, il Bloomberg Global Inflation-Linked Total Return Index Hedged USD; per l’obbligazionario societario globale con copertura valutaria, il Bloomberg Global Aggregate Corporate Total Return Index Hedged USD; per l’obbligazionario globale high yield con copertura valutaria, il Bloomberg Global High Yield Total Return Index Hedged USD; per l’obbligazionario aggregato globale con copertura valutaria, il Bloomberg Global Aggregate Total Return Index Hedged USD; per gli alternativi che investono in materie prime, il Bloomberg Commodity Index Total Return, per gli alternativi globali che investono in fondi immobiliari (REIT), l’S&P Global REIT Net Total Return Index; per gli alternativi globali che investono in infrastrutture, l’S&P Global Infrastructure Net Total Return Index,; per gli alternativi globali che investono in private equity, l’S&P Listed Private Equity Net Total Return Index.
3 Lo Sharpe ratio è una misura del rendimento corretto per il rischio. Si ottiene calcolando la differenza di rendimento atteso fra l’attivo considerato e quello offerto da attivi privi di rischio (come i Treasury americani a breve scadenza) e dividendo per la deviazione standard dell’attivo.
4 Al 31 dicembre 2024 l’indice comprendeva 30.448 titoli.
Informazioni sui rischi d’investimento
Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante possono diminuire o aumentare e gli investitori potrebbero recuperare un importo inferiore a quello investito.
I risultati precedenti non possono essere presi come riferimento per i risultati futuri. I dati di performance non tengono conto delle commissioni e costi ricorrenti di acquisto e vendita.
I dati sulle performance indicate possono essere calcolati in una valuta diversa da quella della classe di azioni in cui si investe. Di conseguenza, i rendimenti possono diminuire o aumentare a causa delle fluttuazioni valutarie.
Alcuni fondi investono nei mercati emergenti, che possono risultare più volatili rispetto a quelli più consolidati. Di conseguenza, il valore dell’investimento potrebbe aumentare o diminuire.
Gli investimenti in titoli di società di minori dimensioni possono essere più volatili rispetto a quelli delle società blue-chip consolidate.
Le azioni ETF possono essere acquistate o vendute esclusivamente tramite intermediari. Gli investimenti in ETF sono soggetti a una commissione d'intermediazione e ad uno spread tra domanda e offerta, che devono essere valutati attentamente prima dell'investimento.
I fondi che investono in titoli a tasso fisso comportano i rischi di mancato rimborso e di erosione del valore del capitale investito; inoltre il livello di reddito è soggetto ad oscillazioni. L'andamento dei tassi d'interesse può influire sul valore del capitale dei titoli a tasso fisso. Le obbligazioni societarie possono offrire rendimenti più elevati, ma proprio per questo, sono soggette ad un maggior rischio del credito ed al conseguente aumento dei rischi di mancato rimborso e di erosione del valore del capitale investito. Il livello di reddito è soggetto ad oscillazioni e l'andamento dei tassi d'interesse può influire sul valore del capitale delle obbligazioni.
Il Fondo può utilizzare derivati per ridurre il rischio o il costo e/o per generare ulteriore reddito o crescita. Il ricorso ai derivati potrebbe aumentare o ridurre l’esposizione ad attività sottostanti e determinare fluttuazioni più ampie del valore patrimoniale netto del Fondo. Un derivato è un contratto finanziario il cui valore di un’attività finanziara (ad esempio un’azione, un’obbligazione o una valuta) o un indice di mercato.
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