• Il dollaro americano continua a essere la valuta di riserva prediletta a livello globale 
  • Gli investitori globali tipicamente considerano le valute di riserva come un bene rifugio di tutela dei propri patrimoni in periodi di accentuata incertezza sui mercati.
  • La stabilità e la solidità degli Stati Uniti, compresa l’indipendenza e la credibilità della loro banca centrale, la Federal Reserve, aumentano l’attrattività del dollaro.  

“Dalla seconda guerra mondiale il dollaro americano svolge un ruolo dominante come valuta di riserva internazionale”

Roger Aliaga-Díaz, Capo economista per le Americhe e Responsabile globale per la costruzione di portafoglio

Le valute di riserva internazionali, vale a dire quelle diffusamente accettate come mezzo di scambio in tutte le transazioni, sono la colonna portante del commercio mondiale e del sistema finanziario globale. Inoltre, nel corso degli anni gli investitori globali hanno tipicamente considerato le valute di riserva come un bene rifugio per tutelare i propri patrimoni in periodi di accentuata incertezza sui mercati. 

Dalla seconda guerra mondiale il dollaro americano svolge un ruolo dominante come valuta di riserva internazionale. In questo articolo analizziamo i motivi della lunga egemonia del dollaro come valuta di riserva e le relative implicazioni, oltre al potenziale di ascesa di valute concorrenti.   

Ci sono tre ragioni principali per cui il dollaro continua ad essere la valuta di riserva prediletta a livello globale. Innanzitutto, gli Stati Uniti sono tradizionalmente una nazione sovrana forte, sostenuta da una crescita economica robusta e protratta nel tempo. Un secondo motivo è la natura democratica del governo e delle istituzioni degli Stati Uniti: la comunità internazionale nutre fiducia nella stabilità dell’assetto istituzionale americano. In terzo luogo, c’è un certo grado di inerzia, visto che è difficile modificare la struttura della finanza globale imperniata sul dollaro e sui mercati dei capitali statunitensi. Le nazioni concorrenti possono vantare alcune delle suddette qualità, ma gli Stati Uniti conservano tutti e tre questi vantaggi.  

Il dollaro ha perso un po’ di terreno come valuta di riserva 

Il dollaro ha tuttavia perso un po’ di terreno come valuta di riserva negli ultimi decenni. Uno dei motivi principali è la globalizzazione e la conseguente crescita di diverse altre economie. Nel complesso, questo ha prodotto sviluppi positivi per il sistema finanziario globale. Con la crescita dell’economia globale nel corso del tempo, i volumi sia dei flussi finanziari internazionali sia del commercio mondiale hanno registrato una rapida espansione. 

Ne è derivato che la domanda globale di dollari come valuta di riserva ha cominciato a superare la capacità degli Stati Uniti, in quanto unico emittente, di soddisfarla. Dall’introduzione dell’euro negli anni ’90 si è assistito allo spostamento di una parte delle transazioni internazionali verso la valuta comune europea nonché, in misura molto minore, verso le divise di altri principali mercati sviluppati come lo yen giapponese e la sterlina britannica. Più di recente si è osservato un volume contenuto ma crescente di transazioni globali in yuan cinesi.

In breve, solo l’adozione in misura consistente di un’altra valuta a livello globale potrebbe scalfire l’egemonia del dollaro che, nonostante notizie recenti di Paesi che lo tagliano fuori in alcuni contratti internazionali, resta la valuta prediletta per le transazioni globali (come illustra il grafico che segue).

Il dollaro americano supera di gran lunga i rivali come valuta globale 

A bar chart depicts the weighted average of international currency usage. The US dollar is the dominant currency, followed distantly by the euro, British pound, Japanese yen and Chinese renminbi.

Note: il grafico mostra la diffusione d’impiego di ciascuna valuta a livello internazionale come media ponderata di cinque metriche: la quota delle riserve valutarie ufficiali mondiali in valuta (peso 25%), i volumi di transazioni in valuta (25%), l’emissione di debito in valuta (25%), i crediti bancari internazionali e in valuta (12,5%) e le passività bancarie internazionali e in valuta (12,5%). La valuta cinese è il renminbi e lo yuan ne è l’unità base. 

Fonte: Elaborazioni della Federal Reserve americana sulla base di dati al 31 dicembre 2022 del Fondo Monetario Internazionale, della Banca dei Regolamenti Internazionali e Refinitiv.

Le implicazioni dell’egemonia del dollaro 

L’avere una valuta dominante a livello globale favorisce un’ampia domanda di titoli di debito degli Stati Uniti, con benefici per le imprese e i consumatori americani per il tramite della liquidità e della stabilità della valuta del Paese. Consente anche teoricamente di contrarre debito a tassi di interesse inferiori a quelli del resto del mondo. Alcune stime indicano un risparmio di circa l’1% sui tassi di interesse, che moltiplicato per i circa 8.000 miliardi di dollari di titoli del Tesoro americano detenuti all’estero si traduce in un risparmio annuo per il governo degli Stati Uniti intorno agli 80 miliardi di dollari nella spesa per interessi sul debito. 

Essere l’emittente della valuta di riserva globale è inoltre un’altra fonte di reddito per il governo americano. Questo reddito di “signoraggio”, ossia derivante dall’emissione di valuta, è il potere di acquisto creato attraverso la stampa di nuovi dollari. Poiché circa la metà dei 2.300 miliardi di dollari in banconote e monete in circolazione è detenuto all’estero e con l’economia globale che cresce in media del 3% annuo, la quota di valuta americana di nuova stampa che finisce all’estero ammonta all’incirca a 35 miliardi di dollari secondo gli ultimi dati della Federal Reserve (Fed), al 31 dicembre 2022. 

C’è poi un ulteriore vantaggio, che tuttavia può anche essere uno svantaggio. In periodi di turbolenza, la fuga verso la sicurezza aumenta la domanda di dollari e di titoli del Tesoro degli Stati Uniti denominati in dollari. Questo è un rilevante fattore propizio quando le autorità statunitensi cercano di stimolare l’economia americana. 

La fuga verso la sicurezza esercita pressioni ribassiste sui tassi di interesse, il che è di aiuto alla Fed quando desidera allentare le condizioni monetarie, riducendo il costo del debito e creando spazio di stimolo fiscale. Tuttavia, se la fuga verso la sicurezza si verifica in periodi economici di normalità per gli Stati Uniti, quei flussi esercitano pressioni al rialzo sul valore del dollaro che si apprezza più delle altre valute e questo può essere uno svantaggio per gli scambi commerciali degli Stati Uniti.  

Nel complesso, il ruolo del dollaro come valuta di riserva globale di riferimento comporta più vantaggi che svantaggi per gli Stati Uniti. Tuttavia, il dominio del biglietto verde non è mai un fine di per sé per il Paese a stelle e strisce. Semmai, sono la stabilità e la solidità degli Stati Uniti, compresa l’indipendenza e la credibilità della loro banca centrale, la Fed, ad attrarre il resto del mondo verso il dollaro, adottandolo volontariamente come la valuta internazionale prediletta.  

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